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Stefania Lettera B2: Bagaglio

LABORATORIO DI SCRITTURA – LETTERA B2 BAGAGLIO Autrice: Stefania BAMBACE Data: 9 Maggio 2024 Rieccoci, caro il mio bagaglio, anche questa volta ti ho riempito dei miei troppi non si sa  mai e metti il caso che…. ogni nostra partenza é sempre così, un eccesso perfettamente organizzato in modo razionale.  Uno studio accurato di spazi affinché tutto sia facilmente reperibile senza perdita di tempo e senza il rischio di restare sgualcito.  Un equilibrio di pesi  e di aspettative. Entrambi al limite della dismisura ma, pur con qualche fibrillazione,  entrambi entro le norme consentite. Per evitare la soprattassa ed un‘overdose di adrenalina. Caro il mio bagaglio, in fondo anche tu, come me, non sei mai stato lo stesso ad ogni  viaggio. Il mio correlativo oggettivo, così mi piace definirti. Non saprei dire chi dei due  portasse l’altro con sé, mentre allungavo e tiravo la maniglia che mi permetteva di  trascinarti su due ruote; la vibrazione che avvertivo soffiava su di me la suggestione di 

Lettera P2: Stefania Perché - Giuseppe Pensionato

LABORATORIO DI SCRITTURA – LETTERA P PERCHE’ Autrice: Stefania BAMBACE Data: 20 Giugno 2024 Perché l‘asino non vola? Perché piove sempre in giù? Perché il nonno ha due baffoni e la nonna  non li ha?  L‘incalzare ossessivo delle innocenti domande infantili solitamente coglie gli adulti  impreparati (e per questo spesso perfino infastiditi) a fornire un‘adeguata soluzione a legittimi  quesiti esistenziali. In quanto figura educativa di riferimento l‘adulto non può riconoscere la sua  pusillanimità ed ignoranza al cospetto di un bambino, dunque é costretto a mascherare la propria  personalissima crisi dinanzi all‘ imponderabilità della vita e ai misteri dell’universo riducendo la  grandezza delle domande a risposte ben poco soddisfacenti. L’alternativa più nobile é quella di  tentare di restituire alle domande la loro dignità, racchiudendole in filastrocche e rime da  tramandare come patrimonio culturale (Ad esempio come in quella citata ad inizio pagina).  In età  scolare i perché ve

Lettera V: Verità di Stefania e Vento di Giuseppe

  LABORATORIO DI SCRITTURA – LETTERA V VERITA’ Autrice: Stefania BAMBACE Data: 06 Giugno 2024 E che cos‘é, la Verità? “. Questa la disperata domanda di Pilato a Cristo, in uno dei dialoghi più  intensi e drammatici della storia dell’umanità, prima di una condanna a morte che il procuratore  tenta strenuamente di non dover ordinare. Gesù, però, non risponde più. A parlare é il suo  silenzio. Del resto l‘aveva già affermato: “IO sono la Via, la Verità, la Vita" dove la verità é posta in  mezzo, trait d‘union tra il cammino da intraprendere e la meta da raggiungere. Via, verità, vita: Incominciano tutte con la V, come pure Vangelo. Almeno in italiano. Anche per chi ha il dono della  Fede, tuttavia, non sempre questa equazione é così semplice, forse perché siamo noi a renderla  complicata. Siamo creature, facciamo fatica. Inoltre nei secoli il messaggio evangelico é stato  appesantito da orpelli utili solo ai detentori del potere ecclesiale, facendone un manuale settario e  dog

Lettera L: Laurea di Stefania e Lunedì di Giuseppe

  LABORATORIO DI SCRITTURA – LETTERA L LAUREA Autrice: Stefania BAMBACE Data: 06 Giugno 2024 É una giornata di tarda estate o di mite principio d‘autunno, quel 28 settembre 1995. Un sole  tiepido, piacevole illumina il primo pomeriggio. Mi guardo nel mio completo blu, quasi severo,  mentre mi allaccio una collana di perle di fiume che schiarisca almeno parzialmente i miei tratti  scuri e pronunciati, rivelatori della mia meridionalità volutamente messa in ulteriore evidenza dal  kajal nero che accentua l’ebano degli occhi. Ho quasi 28 anni e lo sguardo ancora profondo. I  lunghi e ricci capelli da Medusa non ci sono più, ho scelto un taglio corto e sfrangiato tra l’elegante  e l’irriverente. Indosso ancora due appariscenti orecchini tondi di finte perle e do un’ultima occhiata  allo specchio. Tacchi sufficientemente alti. Sì, può andare, sono pronta. É il giorno della mia laurea. Chissà perché fatico a pronunciare questa parola, le lettere mi si ricacciano in gola all’indietro co

Giuseppe Lettera B2: Bhubaneswar

  Data: 09-05-2024 Autore: Giuseppe BAMBACE CORSO DI SCRITTURA – LETTERA B2 BHUBANESWAR La notizia della prima destinazione assegnatami, non appena assunta la Direzione Cantieri nel 1998  mi travolse totalmente in un turbine di emozioni contrastanti, combattuto tra timore da un lato,  curiosità intellettuale e spirituale dall’altro.  Ripresi fiato prima di ripetere in un esile soffio il nome del luogo: India, stato dell’Orissa, città di  Bhubaneswar.  Ci arrivai dopo 2 giorni di viaggio, con uno scalo in Europa, poi il salto verso il continente indiano  con arrivo a MUMBAI, dove trascorsi la notte, in attesa del volo interno il giorno successivo. Superato il mite inverno, nel mese di aprile le temperature s’impennano oltre i 35°C e l’aria si  carica di umidità, un’anticipazione della stagione dei monsoni che sarebbe giunta a maggio. All’imbrunire dal finestrino dell’aereo il terreno e le case si distinguevano a stento, come sospese  dentro nuvole di vapore rossastro.  All’uscita

Grazia: alcuni testi

  Testi laboratorio scrittura2023-24 Autrice: Grazia Berardinelli La goccia La goccia scava la pietra, dicevano i latini, una semplice goccia, minuta, insistente,  costante ha modificato la dura roccia, come a dire chi la dura la vince.  L’antico  proverbio era alla base della pedagogia dei nostri nonni che credevano che pazienza  e perseveranza avrebbero portato al benessere e al successo. Intere generazioni ci hanno creduto per secoli. Anch’io ci ho creduto e per tutta la  mia vita ho assunto comportamenti mansueti come un agnellino. Nel vissuto  quotidiano siamo sempre esposti a prove e sfide che ci aiutano a crescere, ma spesso  è l’incontro con gli altri o nuove situazioni che in qualche modo e per motivazioni  diverse, frena o mette in crisi i nostri buoni propositi e allora la crisi è inevitabile. Io ho sempre creduto che adattarsi all’ambiente, avvicinarsi agli altri col sorriso,  porsi in ascolto prima di parlare, usare modi gentili fossero segno di rispetto e civiltà  e d

Carmela: Erranza e Umore

 Erranza Autrice: Carmela Como Ad un certo punto della vita, se ti guardi indietro, ti viene naturale riordinare, quasi che fossi finita nella  cantina, mettere ordine. È un ordine solo mentale di collegamento tra le cose accadute e vissute. Così ti illudi di dare senso a quello che hai fatto. Era talmente disordinata la mia vita, che il mio bisogno di ordine era sempre più pressante. Mi sembrava di vivere in una condizione di tribù nomade! Un errare senza bussola, e senza mai uscire dai confini paesani, il cui limes si allarga o si restringe su un  raggio di appena 100 km. C’era da raggiungere la città dove lavori, il paese dove è nata la mamma, il paesino della nonna, la casa al  mare, e il ritrovo in campagna. Si era perfettamente in linea con le consuetudini del pensare comune, e dell'agire comune. Così fan tutti! Ma questo ordine di sequenze, vai di qua vai di là, non era che un vagabondare senza senso. Almeno così  mi sembrava. Però di positivo c'era che l'esercizio d