Celo


I  Insulina o avvenne

Avvenne che il veterinario mi disse che Gino, Formaggino, il mio gatto era

diabetico e avrebbe dovuto fare l’insulina tutte le mattine prima di mangiare,

aggiunse che, a differenza degli umani, i gatti possono guarire.

Ero molto affezionata a questo gatto tant’è che lo chiamavo familiarmente

Mio Marito.

Quando mi comunicarono che M., mio marito, era diabetico dissi :

- Che sarà mai, ho già avuto un marito diabetico!

E come disse il veterinario ... avvenne che il gatto guarì.



S

Un sorriso è una tesi.

Un colpo di singhiozzo è un’antitesi.

Hic et nunc, qui e ora è la sintesi.



C o Č ?

C come Raffaella Carrà

C come Pëtr Il’ič Čajkovskij

C come Cocker

C come Chihuahua

C come carota

C come cipolla

C come Consolata

C come Celo

Cordiali saluti o Ciao?



V   Vacanze

Quando si parla di vacanze vengono in mente i compiti delle vacanze, tanto

odiati.

Ora i modaioli propongono i nuovi compiti delle vacanze, i cosiddetti compiti

alternativi.

Fare una capriola al giorno.

Inventare una parola alla settimana.

Guardare le stelle cadenti ed esprimere il desiderio più bello.

Giocare con la fantasia.

Preparare una torta per i genitori.

Visitare un museo.

Andare al cinema.

Farsi leggere dal nonno una storia e fermarsi a due pagine dalla fine e

inventare un finale a sorpresa e poi controllare.

Fotografare conchiglie.

Assaggiare tutti i gusti di gelato.

Arrampicarsi su un albero.

Imparare a fare una cosa mai fatta prima.

Respirare a pieni polmoni in mezzo al bosco.  ( da Echino Giornale Bambino)

Che fatica, erano meglio le due pagine fatte male e poi via a fare quello che

si vuole!




B  La dieta della B

C’è la dieta del Buonumore, la dieta delle Star, ma c’è anche la dieta della B

per obesità, diabete e malattie cardiovascolari.

Bucatini alla Bolognese

Bietole alla bagna cauda

Bistecca di bue con broccoli e borragini

Bresaola accompagnata di burrata e basilico

Bollito con salsa di borlotti e barbabietole

Brasato ai germogli di bambù e broccoletti

Dolci: bignè fritto o ripieno, budino al bacio di dama, bonbon, brutti ma buoni,

biscotti al cacao, barrette al cioccolato, bacio perugina, bombolone alla

crema, babà al rum, bavarese alle fragole e banana split.




M   Mamma

La mia prima intenzione è stata quella di fare un elenco di madri assassine,

poi ho visto la pubblicità di una banana, in cui si confrontavano una banana

matura, una banana acerba e una banana marcia, allora ho pensato.

Una mamma è matura quando è bambina e gioca con le bambole, è attenta,

affettuosa, premurosa, calma, allegra e accomodante.

Una mamma è acerba quando è madre veramente.

Una madre è marcia quando si è arresa, dicono che mangiare

una banana marcia provochi un risentimento intestinale con qualche scarica

diarroica.




G    Genova

A fine ottobre, ho espresso il desiderio di visitare Genova e vi ho trascinato tutta la famiglia.

Genova con la sua storia millenaria che ha conosciuto fasto, ricchezza,

sfruttamento e abbandono è come un organismo, è come una persona

incapace a trovare soluzioni efficaci ai propri problemi.

Io sono Genova.



 

La E un po’ c’è e non si pronuncia e un po’ non c’è e se ci fosse sarebbe solo

una A mal pronunciata, come in arabo.

Non saprei da che parte iniziare, ma partirei dalla lingua Ugaritica, parlata

nella città di Ugarit in Mesopotamia: la E non c’è.

In sanscrito, la lingua perfetta, non c’è o meglio c’è ma è un dittongo, una

sillaba.

Nei dialetti italiani a volte è muta: tristessa (piemontese), mammeta

(napoletano), sorreta, fimina...

In francese per sentirsi deve essere accentata ed è muta molto spesso.

In russo se è accentata diventa ie o io, se non è accentata è muta.

Per tornare all’arabo, non si scrive.

Nel Talmud, le vocali non sono scritte, le devi imparare a memoria, le parole

sono ambigue e per la loro liquidità sono aperte a significati diversi, nuovi.

Camminando davanti a Palazzo Nuovo ho visto questa insegna e mi viene da

pensare alla E e alla confusione che la circonda, tipica di questi tempi.




H     H2O

Hai detto tutto / hai detto niente.

Il massimo della vita / il massimo della morte

Poca acqua / tanta acqua

Acqua fredda / acqua calda

Solida / liquida

Naturale / gassata

Pura / inquinata

Ti disseta / ti affoga.


Q    Quindici uomini

Quindici uomini sulla cassa del morto.

Anni fa lessi L’isola del tesoro ad alta voce ai miei alunni di quinta e mi colpì

molto la domanda che mi fece un’alunna:

Ma come si fa a capire se una persona sta mentendo? - pensava a Long

John Silver.

Facemmo una ricerca in internet e scoprimmo che c’è un modo per

accorgersene ed è fare molta attenzione a come si comporta la persona in

questione mentre ti sta parlando:

1 non ti guarda in modo diretto

2 muove spesso la testa

3 il respiro cambia

4 sta fermo

5 ripete le parole

6 dà troppe informazioni

7 si tocca o si copre la bocca

8 muove spesso i piedi

9 non parla con facilità

10 si innervosisce e puntualizza, argomentando in eccesso.

Un anno, in una prima, sperimentai una tecnica infallibile.

Alla domanda quante volte hai letto? Il malcapitato rispondeva cinque volte

come richiesto, allora prendevo un piccolo Pinocchio di legno e glielo

avvicinavo alla testa, dicendo, vediamo se le tue bugie hanno il naso lungo o

le gambe corte, Pinocchio ci aiuterà a scoprirlo.

Di solito il bambino all’avvicinarsi di Pinocchio diceva la verità: 3!



Libro / Lettura

Prima ho pensato ai libri che non leggerò mai, poi ai libri che ho letto e mi

hanno fatto diventare quello che sono, a quelli che se avessi letto magari

sarei diversa, alle mie fisse: tutto Paasilinna, tutto Mishima, ai libri che

parlano di mare da leggere d’estate...

Ma vorrei riflettere su un altro aspetto, noi, intendo noi del laboratorio di

scrittura, in realtà per quasi tutto il tempo leggiamo, quindi il nostro, tenetevi

forte, non è un laboratorio di scrittura ma un laboratorio di lettura!

Dove piccoli mondi si incontrano, occhieggiano, lampeggiano come le

lucciole nel buio.

Ognuno di noi è come un fiore che si apre al sole e si chiude di notte, ma

quello che leggiamo appartiene al regno dell’umanamente

possibile, è un punto di vista antropocentrico.

Ora mi è chiaro: il libro che vorrei leggere, che mi piacerebbe leggere è il libro

scritto da un filo d’erba.




A  di  mAmmA

Noi diciamo mamma non mimmi, memme, mommo, mummu.

La A dà un senso di apertura e nel caso della parola mamma di accettazione

come un abbraccio accogliente, le A sembrano finestre spalancate piene di

luce.

All’università ho studiato che suono e significato sono distinti e indipendenti

(Ferdinand de Saussure), invece una ricerca recente ha evidenziato che gli

esseri umani parlano una specie di linguaggio universale.

Dall’analisi di 6000 lingue hanno notato che a stessi suoni corrispondono

stessi significati.

N = naso

R = rotondo, rosso

Le parole descrivono ciò che rappresentano, ne evocano il significato

attraverso il suono.

Ci sono parole veloci, lente, leggere, pesanti, accoglienti, taglienti ...

Parole grasse piene di O, parole magre fatte di tante I, fluide L N, dure T R C.

Quindi le parole assomigliano a quello che descrivono.

Burrone è qualcosa di grande e profondo

Pistillo è piccolo e delicato.

Per Socrate le parole sono un’imitazione imperfetta che ha bisogno dell’uso.

Dici mamma e a cosa pensi?

Qui mi fermo e per rispetto e per lasciare la possibilità a ognuno di

visualizzare, chiedo di fare un minuto di silenzio.



Z   Zeitzeuge testimone del tempo/ Zeitezeugen testimoni.

I testimoni contemporanei sono persone che possono testimoniare

determinati eventi storici poiché li hanno vissuti, eventi che influenzano il

presente.

A questa parola associo anche la pratica di costruire la capsula del tempo

con oggetti e informazioni e celarla in modo che venga trovata in un’epoca

futura.

Se ne può fare un uso istituzionale o personale.

Ecco che cosa vi metterei.

Metterei le testimonianze dei mie alunni durante il lock down stretto che

hanno subito con forti restrizioni rispetto agli adulti, almeno in un primo

momento; i loro pensieri possono a tutti gli effetti essere inseriti in una

capsula del tempo e comunque finché saranno in vita, saranno zeitezeugen,

testimoni contemporanei.

Riporto tre testimonianze che faranno tornare in mente a tutti alcuni

particolari raccontati dal punto di vista di bambini di classe terza elementare,

primaria come si dice ora.

1

Quest’anno tutti noi abbiamo saltato la Pasqua, cioè la festa di Pasqua

l’abbiamo festeggiata in casa, solo con la famiglia, senza amici. 

Le feste sono divertenti da festeggiare ognuna con le proprie regole e con le

proprie decorazioni.

Un compagno di mia sorella che si chiama Jinli compie gli anni a Pasqua e

per festeggiarlo abbiamo fatto una video chiamata a cena quasi alla fine la

mamma di Jinli ha portato la torta, sembrava ottima!

Io e mia sorella speriamo di poter festeggiare i nostri compleanni con i nostri

compagni di classe, saranno il 18/5 e il 19/5 . 

Speriamo che per allora sia tutto finito.

2

Questo è un periodo particolare perché è arrivato un virus che ci costringe a

casa quindi io ho tante emozioni per la testa: la rabbia, perché dobbiamo

stare a casa, la felicità, perché posso stare con la mia famiglia, mentre prima

non potevo, perché tutti dovevano lavorare e infine la libertà perché posso

fare cose che prima non potevo fare. 

Sono cambiato molto in questo periodo e anche se non vedo i miei amici sto

bene perché io so che questo virus andrà via e io potrò rivederli.

3

Il coronavirus è un virus attuale. 

Questa epidemia ha cambiato tutta la mia vita. 

Ora le scuole sono chiuse, i miei genitori lavorano da casa e i miei nonni non

possono venire a trovarmi.

Però io vorrei sempre pensare a cose più allegre; sabato scorso ho disegnato

un arcobaleno su un lenzuolo e l’ho appeso al balcone. 

L’abbiamo colorato tutti insieme: i miei genitori hanno preparato le strisce con

uno spago e io e mia sorella ci siamo alternati a colorare le strisce.

L’arcobaleno è il simbolo che comunica #andràtutto bene. 

In questo periodo, visto che sto rinchiuso in casa, visto che non potevo

vedere i miei amici, per stare un po’ insieme abbiamo fatto una

videochiamata; ne ho fatta anche una con alcuni compagni.

Ora facciamo anche delle videochiamate con la classe chiamate 

videolezioni, dove le maestre ci spiegano delle cose. 

Durante le videolezioni ci spiegano nuovi argomenti da studiare e ci leggono

delle storie. 

Vedo molti dei miei compagni e la maestra.

È molto bello rivedere i miei amici. 

Non vedo l’ora che finisca l’epidemia perché potrò rincontrare i miei amici e

ritornare a scuola.


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